Palazzo Taglianetti
Questo edificio appartenne all’avvocato Zaccaria Taglianetti, nato a Contursi (Salerno) il 16 marzo 1815 e morto assassinato (probabilmente per mano di un marito geloso) a Salvia (oggi Savoia di Lucania) all’altezza della fontana pubblica in via Annunziata (l’attuale Via Roma) il 28 agosto del 1874. Fu uditore giudiziario (magistrato) e decurione di Salvia (i decurioni erano eletti per sorteggio e deputati alla pubblica amministrazione). Durante la dominazione borbonica raggiunse il grado di Capitano della Guardia nazionale. Con i primi moti insurrezionali aderì alle idee liberali. Mise insieme un gruppo di volontari, quasi tutti originari di Salvia, che, nel giugno del 1848, a Campostrino, cercò di opporsi alle truppe borboniche dirette in Calabria. Quest’azione ritardò di alcuni giorni il passaggio dell’esercito borbonico e Zaccaria, destituito da ogni incarico, fu costretto a fuggire per poi venire arrestato per tradimento di un sacerdote che comunicò ai carabinieri il luogo dove si era nascosto.
Nel 1852 fu scarcerato e sottoposto a vigilanza speciale. Nel 1860 aderì al programma del Comitato Centrale Insurrezionale Lucano formatosi a Corleto Perticara (Potenza). Organizzò a Salvia un gruppo di volontari ed entrò a far parte del sottocentro di Potenza, comandato dal capitano Pomarici. Nel mese di settembre, alla guida di 30 uomini (tutti di Salvia), disarmò la gendarmeria borbonica sul Marmo prendendo il controllo della zona. Si diresse ad Auletta dove, il 5 settembre, incontratosi con Garibaldi, prese parte alla battaglia sul fiume Volturno. Rientrato nel suo paese di origine, dopo il plebiscito di annessione al Regno d’Italia, venne eletto sindaco di Salvia. Fu insignito della medaglia d’argento dell’Indipendenza e dell’Unità d’Italia con Decreto Regio n. 2174 del 1865. Taglianetti fu attivo anche nel campo socio-religioso; costituì una Confraternita chiamata “Congrega di S. Rocco” con compiti caritatevoli.